Tag Archives: Laboratori 2013

“Scardiniamo l’istituzione dentro di noi”: uomini e donne a scuola di femminismo

2 Dic

di Antonietta Lelario, Laura Colombo e Sara Gandini 

C’è la mamma col gonnellone (questa è Sara) e quella con il tailleurino, c’è quello in giacca e cravatta e il sessantottino col codino. C’è la mamma sudamericana che fortunatamente quest’anno non lavora di sabato e può organizzare il laboratorio per cuocere i biscotti, e il papà professore, che si arrabbia perché la locandina per il mercatino di Natale non ha una grafica accattivante. C’è la mamma con il figlio dislessico, che non si accontenta che diano dei compiti più facili ma pretende che a scuola ci sia una biblioteca con libri adatti. E poi la “commissione disabilità”, creata dai genitori ma che pretende interlocutori attenti anche tra i professori. È stato pure inventato l’Aperilibro: aperitivo e libro per un’offerta. I soldi andranno spesi per comprare le lavagne multimediali (ogni classe ne ha una), i pc, lezioni extra per fare i compiti per chi ne ha bisogno.

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Sul laboratorio “Cura di sé, delle relazioni e del mondo”. Un resoconto

28 Nov

di Anna Di Salvo – Katia Ricci – Franca Fortunato – Anna Potito

Il laboratorio sulla cura di sé, delle relazioni e  del mondo di Paestum 2013, coordinato da Anna Di Salvo, Franca Fortunato, Anna Potito e Katia Ricci della Rete delle Città Vicine, ha visto una numerosa partecipazione di donne.

Quello che segue è il resoconto dei vari interventi che si sono susseguiti e che hanno avuto al centro le pratiche di relazione e la loro efficacia, il desiderio che spinge ognuna nella pratica del prendersi cura di sé, dell’altra/o nella relazione e dei luoghi in cui si sta per necessità o per scelta.

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Assumersi responsabilità, non potere

19 Ott

di Daniela Pellegrini

Sono davvero grata a Paola Zaretti, e a tutte le firmatarie (Angela Addorisio, Annika Langstrumpf, Cinzia Marroccoli, Daniela Pellegrini, Donatella Proietti Cerquoni, Emanuela Borrelli, Leda Bubola, Lorella Molteni, Maria Adami, Maria Grazia Patronaggio, Marina De Carneri, Paola Mazzei, Paola Zaretti, Rossana Mennella Esposito, Valentina Valentino) della proposta che ho sottoscritto – per aver programmato il gruppo “Autocoscienza” a Paestum. Anche perché questo fatto ha dato modo di leggere e discutere su quali pratiche politiche circolano tra noi, quelle che si insiste a chiamare inopinatamente “di relazione” sia nel privato che negli incontri allargati.

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I laboratori di Paestum 2013: Sessualità, amore, violenza

18 Ott

di Alessandra Pigliaru

Il blog di Paestum riprende un bel progetto di Alessandra Pigliaru che per il suo blog Gli occhi di Blimunda sta raccogliendo, da alcune donne che hanno partecipato, report dei 9 laboratori svoltisi a Paestum nel pomeriggio di sabato 5 ottobre. Questo progetto è innanzitutto un modo di dare conto dell’attività avvenuta in gruppi più piccoli rispetto alle plenarie, rendendo disponibili a tutte le esperienze che a Paestum si sono vissute in parallelo. Inoltre offre uno spazio per maturare riflessioni nel “dopo”. Infine, è anche un invito a tutte le donne partecipanti a inviare a questo blog (compilando la mascherina che si trova in corrispondenza di “Mail“, nel menu in alto) articoli, racconti e riflessioni su quell’esperienza. Questo secondo articolo è dedicato al laboratorio “Sessualità, amore, violenza” (per il primo “Autocoscienza” qui). Buona lettura!

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Una Risposta a “19 ottobre: Dopo Paestum alla Libreria delle donne di Milano”

16 Ott

di Pina Mandolfo

Mie care, fatemi essere drastica. Da Paestum 2013 mi sono portata a casa, nel mio lavoro, nella mia città, la delusione di quella che mi è sembrata un’altra occasione perduta. Per non dire dell’inutile diatriba tra femministe dell’ultima ora e storiche, che ha riempito il dibattito. Diatriba che si è spostata, a tratti con un livore malsano, nel folto gruppo su “Democrazia, autogoverno e istituzioni delle donne”. Cosa dire della frustrazione di molte, tra quelle che si erano iscritte, che fino alla fine abbiamo, inutilmente, sperato e tentato senza esito, che il battibeccare di poche donne “autorevoli”, che nulla aveva a che fare con diritti e cittadinanza, ritornasse nel suo alveo?

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