Tag Archives: Luisa Muraro

Prove di forza. Noi e loro

16 Ott

Viola Lo Moro

Parto da un piccolo fatto di cui sono stata protagonista questa mattina. Ero in motorino, tornavo a casa da un po’ di giri per il quartiere. Abito a Roma, al pigneto, un quartiere da qualche anno diventato “giusto”. Casa mia, o meglio, la casa in cui sono in affitto è messa in modo tale per cui per arrivarci bisogna percorrere o una grande strada, o una vietta che sbuca appunto sulla grande strada Continua a leggere

Rassegna Stampa – FemminilePlurale – 15 ottobre 2012

15 Ott

Paestum, sabato pomeriggio, 5 ottobre. Dopo la plenaria, ci troviamo nel gruppo autogestito numero nove, che abbiamo scelto per parlare di economia, lavoro e lotta con Luisa Muraro.

In diverse decine si sono già sedute, mentre altre donne continuano ad arrivare. Si chiacchiera indugiando con gli occhi per aria e su di noi, aspettando che Luisa apra le danze: «Guardate che qui è tutto autogestito» ci dice a un certo punto, «non c’è mica nessuno che conduce… coraggio! Avanti! Chi comincia?».

Ilaria Durigon (Femminile Plurale) rompe il ghiaccio riprendendo il tema già lanciata in plenaria: la centralità del precariato come condizione esistenziale – determinante quindi nella vita delle donne -, è assodata solo per noi giovani donne, o anche per il “movimento femminista” tutto?

«Tu guardi me, ma devi rivolgerti a loro. Cos’è che stai chiedendo?» risponde Luisa Muraro. Ilaria non molla e torna a incalzarla: «Vogliamo sapere se anche le “storiche” condividono l’urgenza di liberare la donna dalla violenza e dalle forme deviate di potere insite nei rapporti di lavoro precari. Come si fa a parlare di autodeterminazione senza affrontare questo aspetto? Cosa si può fare per…». «Domandatelo. E fai una proposta!» interrompe Luisa che, per allontanare l’attenzione da sé stessa, si rivolge a tutte noi: «Ilaria chiede cosa si può fare».

Il collettivo Diversamente Occupate di Roma inizia ad esporre la propria battaglia per il reddito di esistenza: distinguere il lavoro dal reddito, smettendo così di delegare esclusivamente al lavoro la definizione dei margini entro i quali identificarsi e utilizzando il reddito garantito come uno strumento di autodeterminazione. Dal reddito di esistenza, passando per quello di cittadinanza, qualcuna nel gruppo nove arriva a nominare il reddito minimo garantito. «Ancora?!» sbotta quasi subito Luisa,

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